La funzione vitale della famiglia per lo sviluppo mentale ed emotivo del bambino
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La funzione vitale della famiglia per lo sviluppo mentale ed emotivo del bambino
La funzione vitale della famiglia per lo sviluppo mentale ed emotivo del bambino
di Franco Bruschi
di Franco Bruschi
Premessa
L’idea di scrivere questo articolo mi è nata dopo avere letto e approfondito il bellissimo libro di D. Meltzer e M. Harris su “Il ruolo educativo della famiglia” (un modello psicoanalitico dei processi di apprendimento). Inoltre, l’insegnamento e l’incontro nei gruppi di lavoro con gli operatori sociali (educatori e insegnanti), il lavoro psicoterapeutico con i genitori, adolescenti e bambini, mi hanno spinto e appassionato all’argomento al punto di avere necessità di mettere per iscritto la sintesi di alcune parti più significative del libro e alcune mie idee e pensieri sull’importanza della famiglia come gruppo primario, delle comunità come la scuola e sul ruolo genitoriale per la crescita delle giovani generazioni.
La famiglia è vista dagli antropologi come il “nucleo elementare della parentela” e dunque della società, essa è sempre rappresentata come “un sistema” di rapporti naturali, positivi, interdipendenti e interagenti (un sistema reciproco di feed-back e di omeostasi) , dove l’individuo può esprimere la propria naturalità e umanità al di là di qualsiasi costrizione esterna. La famiglia acquista quindi nella nostra società un ruolo istituzionale importante e fondamentale, la si può considerare come un tipo particolare di istituzione con una sua cultura e modi specifici per affrontare la vita, come depositaria della crescita individuale, tutelatrice di norme e valori, riconosciuti da tutti, dunque universali in ogni società. Essa costituisce nel suo insieme quella che J. Bowlby chiama "base sicura", nella quale può nascere e crescere l'essere umano. Quando la coppia decide di far nascere un figlio assume funzioni genitoriali importanti che presiedono ai processi primari di cura e devozione verso il nascituro, una "holding" o sistema psico-fisiologico di protezione, di sostegno e contenimento che circonda il bambino e senza il quale egli non sopravviverebbe nè fisicamente, nè emotivamente (Winnicott, 1971).
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La funzione vitale della famiglia per lo sviluppo mentale ed emotivo del bambinoL’idea di scrivere questo articolo mi è nata dopo avere letto e approfondito il bellissimo libro di D. Meltzer e M. Harris su “Il ruolo educativo della famiglia” (un modello psicoanalitico dei processi di apprendimento). Inoltre, l’insegnamento e l’incontro nei gruppi di lavoro con gli operatori sociali (educatori e insegnanti), il lavoro psicoterapeutico con i genitori, adolescenti e bambini, mi hanno spinto e appassionato all’argomento al punto di avere necessità di mettere per iscritto la sintesi di alcune parti più significative del libro e alcune mie idee e pensieri sull’importanza della famiglia come gruppo primario, delle comunità come la scuola e sul ruolo genitoriale per la crescita delle giovani generazioni.
La famiglia è vista dagli antropologi come il “nucleo elementare della parentela” e dunque della società, essa è sempre rappresentata come “un sistema” di rapporti naturali, positivi, interdipendenti e interagenti (un sistema reciproco di feed-back e di omeostasi) , dove l’individuo può esprimere la propria naturalità e umanità al di là di qualsiasi costrizione esterna. La famiglia acquista quindi nella nostra società un ruolo istituzionale importante e fondamentale, la si può considerare come un tipo particolare di istituzione con una sua cultura e modi specifici per affrontare la vita, come depositaria della crescita individuale, tutelatrice di norme e valori, riconosciuti da tutti, dunque universali in ogni società. Essa costituisce nel suo insieme quella che J. Bowlby chiama "base sicura", nella quale può nascere e crescere l'essere umano. Quando la coppia decide di far nascere un figlio assume funzioni genitoriali importanti che presiedono ai processi primari di cura e devozione verso il nascituro, una "holding" o sistema psico-fisiologico di protezione, di sostegno e contenimento che circonda il bambino e senza il quale egli non sopravviverebbe nè fisicamente, nè emotivamente (Winnicott, 1971).
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