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La salute mentale in Italia: dalla legge del 14 febbraio 1904 alla Proposta di Legge 181, abstract

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Messaggio Da Polo Psicodinamiche Gio Apr 12, 2012 11:26 am

Abstract dell'articolo:

La salute mentale in Italia: dalla legge del 14 febbraio 1904 alla Proposta di Legge 181.

di Elisa Torrini e Nicola Di Battista

in uscita sul prossimo numero di Psicoanalisi Neofreudiana (Giugno 2012)
Nel periodo precedente agli anni ‘70 i malati mentali nei manicomi furono accolti in vere e proprie strutture nelle quali subivano ogni genere di violenza, mancanza di diritti, elettroshock forzato, tutela e confisca dei beni. L'indesiderato subiva tutte queste violenze perché la malattia mentale non era nè compresa e nè forse voleva essere compresa e, sbrigativamente, si faceva prima a nascondere il malato mentale tenendolo recluso in una struttura, nascondendolo agli occhi di tutti.Con la moltiplicazione dei casi di disturbo mentale, dovuti alle guerre e al boom industriale, i governi ad un certo punto hanno dovuto affrontare il problema della salute mentale. Nell'immediato dopoguerra sono partiti i primi studi su base scientifica e pian piano è stato compreso che il malato mentale poteva essere reinserito in ambito comunitario dopo essere stato accolto in una istituzione.
La psichiatria Comunitaria =
La psichiatria comunitaria nasce e si sviluppa fin dagli anni 40' negli stati anglosassoni, nel tentativo di creare nuove strutture per il trattamento dei malati mentali ed una nuova filosofia di approccio alla malattia mentale, dove l'uomo titolare di diritti viene messo al centro del processo riabilitativo, dove finalmente vengono considerati i suoi bisogni.

Gli anni 70: la pressione per chiudere il manicomio =
In Italia le precarie condizioni dei malati mentali vengono denunciate a più riprese negli anni '70, sulla scia delle proteste anticonformiste del 1968. Queste denunce, supportate da fatti reali e condizioni invivibili da parte dei pazienti, sono note come la febbre da cancello ovvero nella quale chi si battè giustamente contro il manicomio non tenne proprio conto di quanto sarebbe potuto accadere dopola chiusura dell'istituzione manicomiale.
In quel periodo l'unica cosa che contava realmente era quella di chiudere la struttura indesiderata, cancellare gli orrori, trasferire tutti i pazienti sul territorio per poi attuare le strutture senza purtroppo delinearle.
L'Antipsichiatria e Basaglia = Il movimento in prima linea per la chiusura dei manicomi era quello dell'antipsichiatria, come si apprende dal nome, movimento contrapposto per idee, soluzioni e spiegazioni della malattia mentale diametralmente contrapposto alla psichiatria tradizionale.
Le idee dell'antipsichiatria sono ben note e sono state esposte in una lunga intervista a Franco Basaglia in un libro del 1978, intitolato "Psichiatria e Antipsichiatria". Il testo si fa quasi interamente alle teorie di tre antipsichiatri anglosassoni: Laing, Esterson e Cooper che peraltro nelle loro nazioni d'origine non hanno trovato tanto fermento e seguito alle loro teorie.
La famiglia è il crogiolo della schizofrenia =
Tra le teorie più deleterie circolate in quel periodo e in tempi successivi, si potrebbe dire fino ai giorni nostri, c'è quella del double-bind: si sostiene in pratica che la famiglia, il genitore in pratica, causa l'incapacità di comunicare con il disturbato, sia la causa determinate della schizofrenia. Questa teoria, unitamente ad altre più tardi sconfessate e ripudiate dalla comunità mondiale, ha condotto e autorizzato i nuovi operatori dei Centri a fornire le cosiddette non-risposte sulla salute mentale. Usiamo il termine nuovi operatori perchè la rivoluzione antipsichiatrica, come ogni rivoluzione vuole, ha creato nuovi posti e professionalità nell'ambito di un settore che è stato ceduto di fatto ai seguaci dell'antipsichiatria. La promulgazione della legge 180 = Nel 1978, anno caldo della psichiatria, si è giunti alla estremizzazione delle posizioni e la febbre da cancello ha prodotto la frettolosa emanazione di una Legge, ben conosciuta con il nome "Legge 180" che in diversi principi tutti condividono, ma che molti rifiutano ancor oggi per le conseguenze che ha avuto sul piano pratico.
La legge allora fu approvata in un mare di polemiche, dubbi e incertezze. Chi allora aveva 18 anni ricorda chiaramente tutte le perplessità legate al vero e proprio abbattimento delle reti che circondavano i manicomi, ben poco simbolico perchè il paziente fu di fatto scaraventato nel territorio guardacaso in mano a quei familiari definiti "aguzzini" impreparati a comprenderlo.
Cosa è accaduto di fatto =
Il cambiamento di rotta indotto dalla Legge 180, sebbene valido sul piano pratico e della dignità umana, non ha tenuto conto di alcune importanti questioni sul piano pratico:i pazienti venivano dimessi e in tempi successivi non più ricoverati in assenza pressochè totale di strutture territoriali; le famiglie, inadeguate o meno, sono state costrette a sobbarcarsi l'intera assistenza sanitaria e ancor oggi lo fanno (sono trascorsi 34 anni...); i pazienti più violenti o aggressivi sono stati equiparati a quelli più tranquilli e in assenza di cure, abbiamo assistito a una cronicizzazione della popolazione dei malati, in diversi casi a peggioramenti; i familiari, costretti a convivere con una persona spesso delirante e non in sè, hanno subìto anche gravi conseguenze per questo fatto; il familiare stesso è considerato alla stregua del paziente, non affidabile ed emotivo; il suo giudizio non conta, nonostante esso sia in prima linea.

Dal "fareassieme" la Legge 181 =
Una proposta per dare il più possibile in tutta Italia gambe ai principi della Legge 180, “Le Parole Ritrovate”, un movimento nato nel 2000 per fare incontrare utenti e operatori dei servizi di salute mentale, familiari e cittadini, uniti nel valore del “fareassieme”, promuove l’attuazione di Leggi a livello nazionale per la tutela dell’utente e della sua famiglia, con la possibilità di usufruire di servizi su tutto il territorio nazionale. La proposta vuole dare concretezza alle esperienze fin qui maturate dal Movimento e contribuire a garantire in tutta Italia risposte efficaci e di qualità al disagio psichico e fortemente partecipate anche dagli utenti e dai familiari. La proposta di Legge 181 è frutto di anni di esperienze di fareassieme e buone pratiche nella salute mentale che si svolgono in tutta Italia. Alla base della proposta una Psichiatria Italiana di Comunità, già vanto del nostro Paese nel mondo per come l’aveva disegnata Franco Basaglia con la Legge 180, ancora più forte e più moderna, che prende atto di una società che cambia, che è più attenta e più consapevole dei propri diritti».Ecco quindi che la proposta di legge 181 parla di Dipartimento di salute mentale e Consulta della salute mentale, centro diurno day hospital e servizio psichiatrico, di famiglie, adolescenti, sapere esperienziale.
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