COSA SUCCEDE QUANDO IL SETTING TERAPEUTICO VIENE SFIDATO? CONSIDERAZIONI DI UNA PSICOTERAPEUTA CHE OPERA IN UNA CLINICA PUBBLICA
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COSA SUCCEDE QUANDO IL SETTING TERAPEUTICO VIENE SFIDATO? CONSIDERAZIONI DI UNA PSICOTERAPEUTA CHE OPERA IN UNA CLINICA PUBBLICA
COSA SUCCEDE QUANDO IL SETTING TERAPEUTICO VIENE SFIDATO? CONSIDERAZIONI DI UNA PSICOTERAPEUTA CHE OPERA IN UNA CLINICA PUBBLICA
Lo spazio terapeutico, come vi si fa riferimento nella letteratura terapeutica, è sia fisico che simbolico. In ogni caso, l'ambiente fisico prelude a quello simbolico, spiana la strada a tutti gli altri costituenti del setting. Venendo modellato dalla tradizione terapeutica in generale, e dallo specifico terapeuta in particolare, l'ambiente fisico diviene parte della matrice terapeutica. Mentre il setting dovrebbe essere adattato alle necessità della terapia e del paziente, non si dovrebbero neanche trascurare le esigenze del terapeuta, che necessita di “una stanza per sé”. Il modo in cui il setting viene costruito riflette, probabilmente in modo inconscio, il mondo interno più intimo del terapeuta fatto di bisogni, desideri ed aspetti di evitamento. La catexi del terapeuta verso la terapia e la sua personalità incidono sul modo in cui il setting viene modellato, e si combinano con la catexi del paziente verso il trattamento, dando forma al transfert creato. Ogni coppia paziente-terapeuta crea il proprio spazio terapeutico unico, in modo simile all'unicità della coppia madre-bambino. Il setting diviene uno dei componenti del processo terapeutico, contribuisce sia alla sua stabilizzazione che alla facilitazione del cambiamento. Il setting è un ingrediente cruciale nella funzione di contenimento del processo terapeutico, permettendo al paziente una libertà di sperimentare entro i solidi ma flessibili confini, simili probabilmente all'ambiente materno facilitante. Quando il setting cambia, l'ambiente terapeutico cambia anch'esso, influendo sulla vera essenza del trattamento. Dimostreremo la nostra visione attraverso la presentazione di un caso clinico, esplorando la delicata interazione tra lo spazio fisico e la rete transfert-controtransfert.
WHAT HAPPENS WHEN THE THERAPEUTIC SETTINGS IS BEING CHALLENGED? CONTEMPLATIONS OF A PSYCHOTHERAPIST WHO SHARES HER ROOM IN A PUBLIC CLINIC
The therapeutic space, as is being referred to in the psychotherapeutic literature, is both physical and symbolic one. However, the physical milieu preludes the symbolic one, paves the way to all the other constituents of the setting. Being shaped by the therapeutic tradition, in general, and by the specific therapist, in particular, it turns out to be part of the therapeutic matrix. While the setting should be fitted to the needs of the therapy and of the patient, it should not be neglected the therapist’s requirements, who needs “a room of his/her own”. The way the setting is being put up reflects, probably unconsciously, the therapist’s most intimate inner world of needs, wishes, and avoidances. The therapist’s cathexis to the therapy and his or her personality are being endowed into the way the setting is being shaped, and congregates with the patient’s cathexis into the treatment, shaping the transference created. Every patient-therapist couple creates its own unique therapeutic space, similarly to the unique mother-child couple. The setting becomes a constituent of the therapeutic process, contributes both to its stabilization and facilitation of changes. The setting is a crucial ingredient in the containing function of the therapeutic process, enabling the patient a freedom of experimentation delineated within the solid but flexible boundaries, probably similarly to the motherhood facilitating environment. When the setting changes the therapeutic milieu changes as well, affecting the very essence of the treatment. We will demonstrate our view through a case presentation, exploring the delicate interactions between the physical space and the transference counter-transference mesh.
Tsvi, Gil (Hadera, Israel)
i Annafa Institute of Psychotherapy, Haifa. Western Galilee Community
Mental Health Clinics, Fligelman (‘Mazra’) Psychiatric Hospital, Acre; Latin
Community Mental Health Clinic for Children, Umm-Al-Fahem; Amit Institute,
Hadera, Israel
Iofan, Anna (Haifa, Israel)
Community Mental Health Clinic for Children, Adolescents and their
families, Tirat Carmel Psychiatric Hospital, Annafa Institute of Psychotherapy, Haifa,
Israel
Lo spazio terapeutico, come vi si fa riferimento nella letteratura terapeutica, è sia fisico che simbolico. In ogni caso, l'ambiente fisico prelude a quello simbolico, spiana la strada a tutti gli altri costituenti del setting. Venendo modellato dalla tradizione terapeutica in generale, e dallo specifico terapeuta in particolare, l'ambiente fisico diviene parte della matrice terapeutica. Mentre il setting dovrebbe essere adattato alle necessità della terapia e del paziente, non si dovrebbero neanche trascurare le esigenze del terapeuta, che necessita di “una stanza per sé”. Il modo in cui il setting viene costruito riflette, probabilmente in modo inconscio, il mondo interno più intimo del terapeuta fatto di bisogni, desideri ed aspetti di evitamento. La catexi del terapeuta verso la terapia e la sua personalità incidono sul modo in cui il setting viene modellato, e si combinano con la catexi del paziente verso il trattamento, dando forma al transfert creato. Ogni coppia paziente-terapeuta crea il proprio spazio terapeutico unico, in modo simile all'unicità della coppia madre-bambino. Il setting diviene uno dei componenti del processo terapeutico, contribuisce sia alla sua stabilizzazione che alla facilitazione del cambiamento. Il setting è un ingrediente cruciale nella funzione di contenimento del processo terapeutico, permettendo al paziente una libertà di sperimentare entro i solidi ma flessibili confini, simili probabilmente all'ambiente materno facilitante. Quando il setting cambia, l'ambiente terapeutico cambia anch'esso, influendo sulla vera essenza del trattamento. Dimostreremo la nostra visione attraverso la presentazione di un caso clinico, esplorando la delicata interazione tra lo spazio fisico e la rete transfert-controtransfert.
WHAT HAPPENS WHEN THE THERAPEUTIC SETTINGS IS BEING CHALLENGED? CONTEMPLATIONS OF A PSYCHOTHERAPIST WHO SHARES HER ROOM IN A PUBLIC CLINIC
The therapeutic space, as is being referred to in the psychotherapeutic literature, is both physical and symbolic one. However, the physical milieu preludes the symbolic one, paves the way to all the other constituents of the setting. Being shaped by the therapeutic tradition, in general, and by the specific therapist, in particular, it turns out to be part of the therapeutic matrix. While the setting should be fitted to the needs of the therapy and of the patient, it should not be neglected the therapist’s requirements, who needs “a room of his/her own”. The way the setting is being put up reflects, probably unconsciously, the therapist’s most intimate inner world of needs, wishes, and avoidances. The therapist’s cathexis to the therapy and his or her personality are being endowed into the way the setting is being shaped, and congregates with the patient’s cathexis into the treatment, shaping the transference created. Every patient-therapist couple creates its own unique therapeutic space, similarly to the unique mother-child couple. The setting becomes a constituent of the therapeutic process, contributes both to its stabilization and facilitation of changes. The setting is a crucial ingredient in the containing function of the therapeutic process, enabling the patient a freedom of experimentation delineated within the solid but flexible boundaries, probably similarly to the motherhood facilitating environment. When the setting changes the therapeutic milieu changes as well, affecting the very essence of the treatment. We will demonstrate our view through a case presentation, exploring the delicate interactions between the physical space and the transference counter-transference mesh.
Tsvi, Gil (Hadera, Israel)
i Annafa Institute of Psychotherapy, Haifa. Western Galilee Community
Mental Health Clinics, Fligelman (‘Mazra’) Psychiatric Hospital, Acre; Latin
Community Mental Health Clinic for Children, Umm-Al-Fahem; Amit Institute,
Hadera, Israel
Iofan, Anna (Haifa, Israel)
Community Mental Health Clinic for Children, Adolescents and their
families, Tirat Carmel Psychiatric Hospital, Annafa Institute of Psychotherapy, Haifa,
Israel
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