LA MALATTIA MENTALE: DALLA SEMPLIFICAZIONE ALLA COMPLESSITÀ
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LA MALATTIA MENTALE: DALLA SEMPLIFICAZIONE ALLA COMPLESSITÀ
LA MALATTIA MENTALE: DALLA SEMPLIFICAZIONE ALLA COMPLESSITÀ
Il ricovero in manicomio ha rappresentato per secoli l’esclusiva, univoca, risposta in senso medico e sociale al problema della malattia mentale.
L’eredità del periodo manicomiale non è nel presente costituita dalle strutture murarie, ma dalla trasmissione dei modelli interpretativi delle malattie mentali e dei relativi modelli di cura.
Quel modello chiamato bio-medico e le conseguenti strategie terapeutiche, fondate prevalentemente e/o esclusivamente sui trattamenti farmacologici, continuano a rappresentare il più comune approccio al problema della cura delle gravi malattie mentali.
Noi siamo convinti che una pratica clinica fondata sull’utilizzo di tale modello conduca, al massimo ad una sorta di “cronicizzazione guidata”, ma non abbia alcuna potenzialità trasformativa e di conseguenza alcuna efficacia terapeutica.
E’ sufficiente provare a pensare che le leggi che regolano la biologia non possano essere automaticamente applicate all’universo psicologico e a quello sociale, ma che per spiegare entità complesse come il funzionamento mentale dobbiamo rivolgerci a modelli interpretativi che permettono di formulare ipotesi, a loro volta, più complesse e articolate.
Naturale conseguenza di tali modelli interpretativi dovranno essere modelli terapeutici, altrettanto complessi, e soprattutto articolati in modo tale da fornire risposte alle varie componenti in gioco.
Nonostante che in un recente passato tali trattamenti complessi siano stati teorizzati e sperimentati, si assiste oggi ad un riaffermarsi delle semplificazioni e al ritorno a modelli di cura delle malattie mentali affidati quasi esclusivamente alla farmacoterapia. Inoltre anche quando vengono associati trattamenti più specificamente psicologici, questi sono raramente integrati, ma più spesso giustapposti.
Partendo dalla sintetica illustrazione di un caso clinico mostriamo e approfondiamo gli aspetti teorici di un modello di trattamento complesso nel quale gli interventi psicofarmacologici e psicologici sono coordinati e integrati dalla stessa équipe multidisciplinare.
MENTAL DISEASE FROM SIMPLIFICATION TO COMPLEXITY
For centuries hospitalization in a mental hospital has been the exclusive, unambiguous answer to the medical and social problem of mental illness.
At present the legacy of the asylum period does not consist in the walls, but in the transmission of interpretative models of mental illness and related models of care. That model, named biomedical, and the subsequent therapeutic strategies, based primarily and/or exclusively on pharmacological treatment continue to represent the most common approach to the problem of treatment of serious mental illness.
We feel strongly that a clinical practice based on the use of this model leads at most, to a sort of “guided chronic illness” but has no transformative potential and, accordingly, no therapeutic efficacy.
It is enough to try to think that the laws that regulate the biology can not be automatically applied to the psychological universe and to the social one as well. But, when we have to explain complex entities such as mental functioning, we must turn to interpretative models that allow us to formulate hypotheses, which are more complex and constructed.
Natural consequence of such interpretative models must be therapeutic models, equally complex, and especially articulated in such a way as to provide responses to the various components which are involved.
Although in the recent past such complex treatments have been theorized and experimented, today we are witnessing a reassertion of the simplifications and a return to model of mental health care entrusted almost exclusively to pharmacotherapy. Furthermore, even when more specifically psychological treatments are associated, these are rarely integrated, but more often juxtaposed.
By starting from the synthetic description of clinical case we are showing and deepening theoretical aspects of a treatment model in which psychopharmacological and psychological interventions are coordinated and integrated by the same multidisciplinary team.
Catagni, Carlo (Florence, Italy)
psichiatra, psicoterapeuta, direttore sanitario Centro di
Riabilitazione Il Melograno, Firenze
Il ricovero in manicomio ha rappresentato per secoli l’esclusiva, univoca, risposta in senso medico e sociale al problema della malattia mentale.
L’eredità del periodo manicomiale non è nel presente costituita dalle strutture murarie, ma dalla trasmissione dei modelli interpretativi delle malattie mentali e dei relativi modelli di cura.
Quel modello chiamato bio-medico e le conseguenti strategie terapeutiche, fondate prevalentemente e/o esclusivamente sui trattamenti farmacologici, continuano a rappresentare il più comune approccio al problema della cura delle gravi malattie mentali.
Noi siamo convinti che una pratica clinica fondata sull’utilizzo di tale modello conduca, al massimo ad una sorta di “cronicizzazione guidata”, ma non abbia alcuna potenzialità trasformativa e di conseguenza alcuna efficacia terapeutica.
E’ sufficiente provare a pensare che le leggi che regolano la biologia non possano essere automaticamente applicate all’universo psicologico e a quello sociale, ma che per spiegare entità complesse come il funzionamento mentale dobbiamo rivolgerci a modelli interpretativi che permettono di formulare ipotesi, a loro volta, più complesse e articolate.
Naturale conseguenza di tali modelli interpretativi dovranno essere modelli terapeutici, altrettanto complessi, e soprattutto articolati in modo tale da fornire risposte alle varie componenti in gioco.
Nonostante che in un recente passato tali trattamenti complessi siano stati teorizzati e sperimentati, si assiste oggi ad un riaffermarsi delle semplificazioni e al ritorno a modelli di cura delle malattie mentali affidati quasi esclusivamente alla farmacoterapia. Inoltre anche quando vengono associati trattamenti più specificamente psicologici, questi sono raramente integrati, ma più spesso giustapposti.
Partendo dalla sintetica illustrazione di un caso clinico mostriamo e approfondiamo gli aspetti teorici di un modello di trattamento complesso nel quale gli interventi psicofarmacologici e psicologici sono coordinati e integrati dalla stessa équipe multidisciplinare.
MENTAL DISEASE FROM SIMPLIFICATION TO COMPLEXITY
For centuries hospitalization in a mental hospital has been the exclusive, unambiguous answer to the medical and social problem of mental illness.
At present the legacy of the asylum period does not consist in the walls, but in the transmission of interpretative models of mental illness and related models of care. That model, named biomedical, and the subsequent therapeutic strategies, based primarily and/or exclusively on pharmacological treatment continue to represent the most common approach to the problem of treatment of serious mental illness.
We feel strongly that a clinical practice based on the use of this model leads at most, to a sort of “guided chronic illness” but has no transformative potential and, accordingly, no therapeutic efficacy.
It is enough to try to think that the laws that regulate the biology can not be automatically applied to the psychological universe and to the social one as well. But, when we have to explain complex entities such as mental functioning, we must turn to interpretative models that allow us to formulate hypotheses, which are more complex and constructed.
Natural consequence of such interpretative models must be therapeutic models, equally complex, and especially articulated in such a way as to provide responses to the various components which are involved.
Although in the recent past such complex treatments have been theorized and experimented, today we are witnessing a reassertion of the simplifications and a return to model of mental health care entrusted almost exclusively to pharmacotherapy. Furthermore, even when more specifically psychological treatments are associated, these are rarely integrated, but more often juxtaposed.
By starting from the synthetic description of clinical case we are showing and deepening theoretical aspects of a treatment model in which psychopharmacological and psychological interventions are coordinated and integrated by the same multidisciplinary team.
Catagni, Carlo (Florence, Italy)
psichiatra, psicoterapeuta, direttore sanitario Centro di
Riabilitazione Il Melograno, Firenze
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